G7, la ripresa procede ma c’è ancora molto da fare, per tornare ai livelli del 2007 ci vorrà più di un decennio?

Posted by | giugno 08, 2015 | Espansione | No Comments
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Accordo su clima, aumento temperatura entro 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali. ‘La sicurezza globale si sta erodendo’. ‘Urgente combattere il traffico di migranti’

La ripresa economica procede e il calo dei prezzi dell’energia sta avendo effetti positivi su molte delle economie del G7. Lo afferma il G7 nel comunicato finale, sottolineando che molte economie operano ancora sotto il loro potenziale e c’è molto lavoro ancora da fare per una crescita sostenibile e bilanciata. Il G7 si impegna a proseguire sulla strada delle riforme per una “crescita durevole” precisando che per “sostenerla”, “continueremo con le nostra politiche di bilancio flessibili per tener conto delle condizioni economiche a breve”, portando il debito-Pil a un “livello sostenibile”. Così nella dichiarazione del G7

C’è l’accordo sul clima fra i sette leader del G7 di Elmau. Lo scrive la Dpa. Secondo l’agenzia tedesca i capi di Stato si sarebbero accordati sul mantenere l’aumento della temperatura globale entro il limite di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, su cui erano divisi fino a poco tempo fa. Al G7 c’è stato “un chiaro riconoscimento sull’obiettivo del contenimento dell’aumento di due gradi della temperatura globale”. Lo ha detto Angela Merkel al G7.

Agli attuali tassi di crescita di pil, consumi e reddito disponibile, solo tra 15 anni, nel 2027, si tornerà al pil pro capite del 2007. La spesa delle famiglie pre-crisi si rivedrà nel 2030. Il reddito disponibile nel 2034. Lo stima l’Ufficio Studi Confcommercio. Per ridurre il recupero a 6-8 anni servirebbe un tasso di crescita doppio. I dati sono stati diffusi in occasione dell’assemblea annuale. Alla quale ha preso parte anche il ministro per lo Sviluppo Federica Guidi che ha parlato di “ripresa” e “recessione alle spalle” guadagnandosi qualche fischio da parte della platea. Anche il premier Matteo Renzi – oggi al G7 – ha parlato della ripresa sottolineando che i dato economici italiani sono “positivi ma ancora timidi” ma sottolineando anche che l’Italia non è più il problema ma la soluzione in Ue.
I dati Confcommercio – Tra il 2007 e il 2014, ricorda Confcommercio, gli italiani hanno patito una riduzione in termini reali del 12,5% del Pil, del 14,1% per il reddito disponibile e dell’11,3% per i consumi. Il ritorno ai livelli di crisi viene stimato sulla base di una crescita dell’1,25% per pil, dello 0,95% dei consumi e dell’1,05% per il reddito disponibile, a fronte di una variazione della popolazione in linea con le stime prodotte dall’Istat negli scenari di lungo periodo (+0,2%). Quanto all’ipotesi di un tasso di crescita doppio che permetterebbe di tornare ai livelli del 2007 in 6-8 anni, l’Ufficio Studi Confcommercio nota comunque che “la nostra economia non sperimenta da tempo” tali valori. “L’attivazione rapida delle riforme strutturali – aggiunge -, il consolidarsi di un diffuso clima di fiducia favorevole e una credibile politica fiscale distensiva renderebbero questa sfida alla portata del nostro paese”. Nota poi l’analisi di Confcommercio come le difficoltà a tornare ai livelli pre-crisi discendono da un “contesto altamente penalizzante in cui operano le imprese. “Le riforme devono correggere questi difetti che riducono la competitività e tengono bassa la produttività sistemica dell’Italia – viene spiegato -. Ponendo a confronto alcuni indicatori di Italia e Germania, si rileva come per i nostri imprenditori sia molto più difficile fare impresa. I tempi della giustizia, la pressione fiscale, i costi di gestione, la contraffazione e l’abusivismo si associano ad una difficoltà a sfruttare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie”. “Nel 2014 – nota quindi l’Ufficio Studi Confcommercio -, la capacità del tessuto imprenditoriale dei servizi di mercato si è ridotta in maniera significativa, mostrando, tra iscrizioni e cancellazioni di imprese nei registri delle Camere di Commercio, un saldo negativo di circa 70mila unità”. Grazie alla pur moderata crescita del pil la demografia delle imprese è vista però in miglioramento, “con un rilancio delle iniziative imprenditoriali ed una frenata della forte emorragia di aziende finora registrata”. Nel 2015-2016 Confcommercio si attende un ridimensionamento del saldo negativo a 17 mia unità, grazie prevalentemente all’incremento atteso nelle iscrizioni. Di fronte a un pil più debole, il saldo negativo peggiorerebbe a 27 mila unità. Migliorano i consumi, con una crescita congiunturale ad aprile dello 0,5%, la più elevata degli ultimi due anni, dopo il -0,1% di marzo. L’incremento tendenziale è dello 0,8% (+0,4% a marzo). La crescita dello 0,5% registrata in particolare dall’Indicatore dei Consumi Confcommercio deriva da un aumento della domanda sia di servizi (+0,6%) e sia di beni (+0,4%). A marzo era sceso dello 0,1%. Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, le variazioni positive hanno riguardato soprattutto i beni e i servizi per la mobilità (+2,5%), grazie al buon andamento delle vendite di auto ai privati, gli alberghi, i pasti e i consumi fuori casa (+0,9%) e i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,6%). E’ stato invece modesto l’incremento registrato per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,1%). Ed è stata stabile rispetto a marzo la domanda di alimentari, bevande e tabacchi e quella dei beni e servizi per la casa. In lieve calo la spesa per abbigliamento e calzature (-0,2%), in linea con il mese precedente, e per i beni e i servizi ricreativi (-0,1%). Nel 2015 il pil crescerà dell’1,1% e i consumi dell’1,2%. Lo stima l’ufficio studi di Confcommercio che vede poi nel 2016 il pil crescere dell’1,4% e i consumi dell’1%. “La ripresa c’è, ma restano dubbi sulla sua intensità”, segnala Confcommercio, citando i “nuovi elementi di incertezza” a maggio e i cali della fiducia di famiglie (-2,1%) e imprese (-0,1%). Sono flessioni attribuibili al contesto interno e tali preoccupazioni “sono la principale insidia alla trasformazione della ripresa statistica in vera crescita economica”.

fonte: ansa.it